Isola di Milos
Le spettacolari origini vulcaniche di Milos, con le sue singolari conformazioni rocciose e le case bianche appollaiate sulle colline rendono quest’isola una delle più tranquille e tipiche attrazioni turistiche delle Cicladi. Ha una popolazione di soli 5000 abitanti, cifra che si gonfia in estate con i turisti, anche se non di troppo.
Le città dell’isola fiorirono sin dall’antichità, grazie alle ricchezze minerali e al commercio con ossidiana. Milos fu occupata dagli ateniesi nel IV secolo a.C., conquistata successivamente dai pirati durante il medioevo, quando venne occupata dai Crispi, per finire poi sotto dominazione ottomana nel 1580.
Rinomata per il ritrovo della forse più famosa statua al mondo, la splendida Venere di Milo, l’isola è unica anche per le sue catacombe cristiane risalenti al I secolo d.C.. Scavate dentro i fianchi di una collina si trova un esteso complesso di gallerie con quasi 300 tombe ricavate in nicchie ad arco. La rete di catacombe è lunga 184 m, e si ritiene che custodirono circa 8000 corpi.
Dalle catacombe un sentiero porta alla vicina città di Tripiti, al posto dove è stata rinvenuta la Venere di Milo. Tornò alla luce nel 1820, scoperta da contadino, Georgios Kentrotas, il quale trovò una grotta in un angolo del suo campo, all’interno del quale vi era metà della statua, oggi segnalata da una targa. L’altra metà fu ritrovata da un ufficiale francese che visitò l’isola e acquistò entrambe le parti, inviati in dono a Luigi XVIII di Francia e collocati in fine al Louvre di Parigi. Si ritiene che le braccia mancanti della statua siano andate perse durante la lotta per il possesso.
Plaka, Tripiti
Sopra il porto di Adamas troviamo Plaka, capitale dell’isola, un grazioso groviglio di chiese e casette bianche estese fino al sobborgo di Tripiti, dove si ergono i mulini.
Sorge sull’acropoli dell’antica Milos, risalente al 1100-800 a.C., con antichi edifici tra cui il Museo del Folclore.
Nella piazza principale troviamo il Museo Archeologico di Milos dove una copia della bella Venere accoglie i visitatori nel salone d’entrata. Il museo espone reperti neolitici, ceramiche micenee e animali di terracotta del 3500 a.C, rinvenuti dall’antica città di Philakopi, a nord dell’isola, dove purtroppo tanti resti sono persi ancora nel mare. La ceramica più famosa è quella della Signora di Phylakopi, una primitiva dea cicladica ornata in stile minoico, mentre altri due importanti reperti provenienti da questo sito, la famosa statua di Poseidone e un kouros, risalenti al IV. e VI. secolo a.C., ora sono custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale ad Atene.
Dal centro di Plaka una scalinata porta alle rovine del kastro veneziano costruito sulla roccia vulcanica a circa 280 m sopra il livello del mare. Della fortezza oggi ne rimangono soltanto le mura esterne. Sopra il kastro troviamo la chiesa di Mesa Panagia, distrutta durante la Seconda guerra mondiale e ricostruita poi con il nome di Panagia Schiniotissa (Madonna dei Cespugli), nome conferito da un’icona della Vergine Maria apparsa in un cespuglio nei pressi dell’antica chiesa.