Isola di Egina
Abitata da oltre quattro millenni, l'isola di Egina ha una ricchissima e movimentata storia. Il suo nome, scelto dai suoi primi abitanti fenici, significa "Isola dei piccioni"; secondo la mitologia greca il nome dell'isola fu cambiato da Oinoni a Egina, figlia del dio del fiume Asopos, dopo che Zeus la ebbe scelta come sua favorita.
Nel il periodo classico della Grecia, quando gli abitanti dell’isola controllavano gran parte del commercio del Mar Mediterraneo, Egina fu il primo paese europeo a coniare monete proprie, utilizzate man mano in tutte le zone circostanti di lingua greca.
Il progresso economico di Egina, dovuto in gran parte all'abilità dei suoi rinomati navigatori, ha iniziato a provocare ira da parte dei vicini ateniesi, che nel 456 a.C. attaccarono l'isola occupando gran parte del suo territorio, e tenendola sotto occupazione fino al 1828.
Oggi la capitale dell’isola, Egina città, è un posto elegante la cui economia si basa prevalentemente sul turismo, centrato in particolare sul famoso tempio di Afaia, e sulla coltivazione del pistacchio.
Dal molo del suo effervescente porto carrozze trainate da cavalli trasportano i turisti fino alla torre veneziana di Pyrgos Markéllou, nei pressi della cattedrale di Agios Nektàrios, inaugurata nel 1994 e ritenuta seconda chiesa greco-ortodossa per grandezza dopo la Agia Sofia di Istanbul.
Le eleganti case dei quartieri signorili della città testimoniano ancora il florido passato commerciale di questa città. Il suo centro urbano particolarmente pittoresco, caratterizzato da negozi di pistacchi e giare di terracotta. Sono da non perdere le numerose chiese tra cui l'ottocentesca Agia Triàda, vicino al mercato del pesce, che domina il porto. Non lontano del viale principale che attraversa il centro, troviamo Omorfi Ekklisià, una chiesa bizantina del 200, ornata da bellissimi affreschi ancora molto ben coservati.